giovedì 9 ottobre 2014

L'inizio della questione



Cessato all'improvviso un mattino senza alcun  segno premonitore il Caos primigenio, all'inizio dei Tempi, fu affidato ad un Areopago di Saggi il compito di sistemare l'Italia.
I ventiquattro Saggi si dedicarono all'incarico loro affidato con solerzia e preveggenza. Quando avevano quasi completato il loro lavoro si resero conto che, in fondo al barile, c'era ancora da sistemare una città, Genova, con il suo porto.
Venne proposto di porla in una delle poche zone rimaste disponibili, sulle montagne dell'Abruzzo. Fu avanzata l'obiezione che ivi era già stata allocata la città di Sulmona e che, comunque, difficilmente una città con un porto poteva essere sita in un'area montana.
I promotori di quella soluzione replicarono che la città di Sulmona poteva essere utilmente spostata dalle parti di Vinchiaturo (Campobasso) mentre fra le colline e le montagne dell'Abruzzo Genova avrebbe trovato ampio spazio per svilupparsi. Quanto al porto, poteva essere trasformato in un parco di divertimenti a tema marinaro.
Peraltro questa opzione, che pure era forse la più razionale, fu scartata perchè la sua realizzazione avrebbe comportato perdita di tempo e lavoro aggiuntivo. I Saggi erano infatti mossi dal lodevole scrupolo di condurre a termine la loro missione – oltre che con diligenza e sagacia – con rapidità. Per di più si avvicinava ormai l'ora del pranzo.
Alla fine fu deciso, a maggioranza, di infilare, con qualche difficoltà, Genova e il suo porto in una stretta striscia di territorio fra le Alpi e il mare, in Liguria.

Parimenti l'Areopago ebbe il timore che il drastico distacco della Sicilia dal Continente ne condanasse gli abitanti all'isolamento e che essi potessero quindi soccombere al tedio. I Saggi stabiliro perciò di insediare in Sicilia la mafia, in precedenza destinata alle alte valli bergamasche.

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