mercoledì 27 febbraio 2008

sine titulo

E se il Signore mi chiama
io che faccio
gli dico: "Non vengo"?

Cornelia madre dei Gracchi


Narrasi che Cornelia madre dei Gracchi ad una matrona che ostentava con lei collane e gioielli esclamò mostrando i suoi 2 figli: "Ecco i miei gioielli".
Ma, secondo recenti ricerche storiche, la vicenda non terminò lì. La matrona, punta sul vivo, il giorno dopo, tornata da Cornelia, le esibì i suoi tre figli.
Cornelia, fiera nobildonna romana, non poteva tollerare di soccombere alla superiorità dell'altra e, fattasi prestare i due figli di una sua schiava, sbattè sul tavolo ben 4 bambini. A ciò la matrona reaggì mostrando l'indomani 5 pargoli.
E la tezone continuò a lungo con lo stesso andamento coinvolgendo nello scontro gli infanti di due interi quartieri di Roma.
Non si è ancora scoperto quale esito ebbe la vicenda. Ma essa ha lasciato traccia nella tradizione nazionale: a quel lontanissimo illustre precedente pare debba farsi risalire anche il concorso televisivo-canoro lo "Zecchino d'oro".

Il Senato e la Camera dei Deputati


I partiti di centro-destra denunciano alla Camera dei Deputati e al Senato la decadenza del Paese.

I partiti di centro-sinistra alla Camera e al Senato fanno stato delle serie difficoltà cui l'Italia soggiace.
Tanto che si è deciso di chiamare il Senato e la Camera dei Deputati il "Par-lamento"

la vendetta del perverso scaccino - una orribile storia di efferate vendette e di armi improprie



Uno scaccino ebbe un violento litigio con un suo vicino per una questione di delimitazione dei confini delle loro proprietà. Il sacrestano ne concepì un odio profondo contro il vicino e meditò quindi una terribile vendetta.

Quando durante la messa raccoglieva le offerte dei fedeli trovava sempre modo di omettere di passare accanto alla fila ove sedeva il suo nemico. Sapeva infatti che senza carità non si entra in Paradiso. Sperava così, se non di destinare il vicino alle pene eterne dell'Inferno, almeno di farlo soggiagere alle fiamme del Purgatorio.

mercoledì 13 febbraio 2008

la leggenda del vescovo taciturno (segue)

Chiesero al vescovo Agilulfo un commento su quanto scrivevano i giornali: che l'On. Casini, dopo i suoi tentativi di rendersi indipendente, a seguito delle forti pressioni di Berlusconi era ritornato all'ovile.
Secondo alcuni il pio religioso, in tono meditabondo, aveva solo ripetuto una delle ultime parole del suo interlocutore: "ovile." Secondo altri invece egli aveva esclamato: "O vile!"

gazzetta romana


Il papa, come sempre attento al buon funzionamento degli organi della chiesa, si rese conto che i cardinali si abbandonavano alla pigrizia e trascuravano i doveri d'ufficio. Attirò quindi la loro attenzione sul fatto che l'espressione "in Curia" non si scriveva tutta attaccata.