giovedì 31 dicembre 2009

Sempre sulla coerenza

Ludovico Ariosto esaltava la "gran virtù de' cavalieri antiqui".
Parimenti si dovrbbe sottolineare la "gran coerenza de' romani antiqui". Infatti essi porclamavano urbi et orbi "beati monoculi in terra caecorum".

Una meraviglia della natura: il palindromo (seguito)

Ho già riferito che gli scienziati ritengono la palindromite essere dovuta a fattori genetici. Narrasi che un avo della nostra Palindroma Rossi di nome Palindrulfo agli arbori del cristianesimo si recasse in Mesopotamia per convertire quelle popolazioni e iniziasse tutte le sue prediche con le parole: "Sumero, oremus."

Una meraviglia della natura: il palindromo (seguito)

Un parlamentare amico, andato a trovare Palindroma Rossi, le consigliava di non recarsi ai grandi magazini essendovi quel giorno, a cagione delle imminenti festività, grande folla.

Palindroma vi andò egualmente e non incontrò molta gente. Telefonò quindi al parlamentare: "Asserivi ivi ressa. No esser resse On."

Coerenza

Dalle cronache dei giornali: in una cittadina pugliese, a cagione di un corto circuito, è andata a fuoco la sala cinematografica, il cinema Astoria.
Lo storico statunitense Francis Fukuyama, che si trovava a passare di li, commentò: "La fine dell'Astoria."

venerdì 25 dicembre 2009

La poesia dei giorni dispari


Vi ha in Italia

sempre più numerose testate

che danno tutte

le stesse cattive notizie.

Ma, di grazia,

non datele, non datele

al muro.

Una meraviglia della natura: il palindromo (seguito)

Palindroma Rossi ebbe a pronunciare un discorso di elogio di un direttore di banca in occasione di una sua promozione. Palindroma volle sottolineare la sollecitudine e la generosità con cui portava ausilio, con crediti e fidejussioni, a vecchi soli e ad indigenti.
Iniziò cosi il suo intervento: "avall'ava".

Altra volta raccontava ad amici di aver assisitto al festival cinematografico di Taormina e di avervi incontrato attori famosi. Disse: "ante Etna i divi vidi".

Docente di materie classiche in un liceo tenne una dotta lezione sull'Odissea. Cosi presentò Ulisse: "E' ramingo, iv' a navi ogni mare".

Palindroma raccontava poi a un gruppo di amici stranieri di un suo viaggio di studio in America Latina. Giunta a parlare di come avesse constatato in Venezuela gravi soprusi da parte del potere iniziò a dire: "sa, Caracas..."

Un giovane del Bangladesh affermò che una sopraffazione cosi fatta, ove si fosse verificata nel suo paese, pur cosi arretrato, avrebbe provocato profondi sommovimenti. Disse: "accada a Dacca...".

Un eritreo, pure presente, sostenne che le prevaricazioni del potere avrebbero avuto analogo effetto anche nel suo stato. Un nord americano si mostrò scettico su ciò e con aria meditabonda disse fra sè: "Assab è bassa".

Questa presa di posizione suscitò l'irritazione di un altro giovane originario dell'Africa, il quale rivendicò il fatto che laggiù vi erano montagne imponenti. Al che il nord americano, scettico, borbottò: "Atlas, salta".

Quanto sopra suscitò viva preoccupazione fra gli scienziati poichè, pur accertato che la palindromite è effetto di fattori genetici ereditari, il colloquio suddetto sembrava aprire la via alla possibilità che essa si trasmettesse anche per contagio.

A proposito dell'amnesia senile

I vecchi sovente confondono cose e persone del passato.
Io ad esempio credevo di rammentare che Stanlio e Oglio fossero due fiumi che confluiscono poi nel Granger (Stewart).

Letteratura

Qualche visitatore può essere interessato ad avere un'anticipazione sulle mie prossime pubblicazioni.
Le prime due avranno ad oggetto le scienze matematiche. Secondo Cartesio nella ricerca della conoscenza l'uomo deve applicare i principi propri della matematica e della geometria. Il primo studio verte sull'influenza degli istinti erotici nella determinazione dei principi della matematica e della geometria.
Titolo del saggio: "Il sesso degli angoli".


Il secondo libro che darò alle stampe è un manuale di pedagogia per rendere più agevole ai pargoli in età prescolare ed agli alunni delle elementari l'apprendimento di aritmetica e di matematica prendendo a prestito personaggi e vicende di fiabe e racconti per l'infanzia. Ad esempio: se Pinocchio seppelisce due monete d'oro perchè fruttifichino ed il gatto e la volpe gliele rubano, quante monete troverà poi Pinocchio sottoterra? Se l'emiro mette in galera 17 dei 40 ladroni di Ali Babà, quanti ladroni avrà Ali Babà con se in libertà?
Titolo dell'opera: "Biancaneve e i sette noni".


Onde distrarmi un poco da queste ponderose speculazioni sto scrivendo, nei ritagli di tempo, un romanzo rosa su amori adolescenziali. Sarà pubblicato nella collesione "Harmony" e l'editore prevede prevede per la prima edizione una tiratura di 400,000 esemplari.
Titolo dell'opera: "Il mio cuore è una virgola".


Sempre in tema di letteratura intendo proporre ad un editore intraprendente di ripubblicare una serie di romanzi di scrittori premiati con il premio Nobel. Opere quasi tutte ponderose e di non facile lettura.
Titolo della collana: "L'anello dei Nobel lunghi".

domenica 8 novembre 2009

A proposito del nome della Caritas


La Caritas svolge certamente opera esemplare. Ma hanno scelto di scrivere il loro nome senza l'acca. Hanno deviato così dalla tradizione dei primi scrittori cristiani che scrivevano "Charitas" forse per collegare il termine al greco χάρις (benevolenza).

Il vocabolo ha mantenuto l'acca in francese (charité) e in inglese (charity). Ho il sospetto che i responsabili dell'associazione cattolica abbiano tolto l'acca alla "charitas" per cederla a Deborah.

Ciò dimostra ancora una volta la grande generosità della Caritas. Ma così facendo essa è venuta meno al saggio precetto latino: "Charitas incipit a semetipso".

Ridatemi la mia acca!

Una meraviglia della natura: il palindromo


Quale il fegato secerne la bile, cosi, con la stessa inconscia naturalezza, Palindroma Rossi, per una singolare conformazione dei lobi cerebrali, emetteva palindromi.

Consigliere comunale, un giorno, presa dall'ira, criticò violentemente un membro della Giunta. Resasi poi conto di aver ecceduto volel scusarsi adducendo come attenuante il suo stato di irritazione. Gli disse: "Assessore, er'ossessa".

A proposito di regia teatrale


Detesto quel tipo di regia teatrale che pone gli attori in scena a urlare i testi senza nessuna plausibile ragione. Il cosidetto teatro dell'assordo.

Da non confondersi con il teatro edificante, a contenuto religioso, quale il teatro di Ugo Betti e di Diego Fabbri che correva le scene negli anni '50. Il cosidetto teatro dell'assurto.

Una meraviglia della natura: il palindromo (seguito)


In almeno una circostanza Palindroma Rossi mostrò imperdonabili durezza di cuore e disumanità.

Si imbattè un giorno in un gruppo di uomini di piccolissima statura che, aiutandosi l'un l'altro, tentavano senza successo di salire su una scala.

Palindroma, con un cinico sorriso, esclamo: "I nani, i minimi, inani".

A proposito del destino dell'uomo


Per secoli i filosofi, scrittori, poeti, si sono interrogati sul destino dell'uomo (della generazione di ieri Albert Camus in "Caligula" e André Malraux ne "La Condition Humaine"). Anche io ho meditato sulla vicenda umana: l'uomo nasce, nella vita conosce più dolori che gioie, poi deve morire; e nell'Aldilà lo attende, forse, un giudice severo che gli fara pagare tutti i suoi peccati.

Ma l'unico penisero che tale meditaizone ha prodotto in me è stato: "mannaggia".

La Storia di un immigrato cinese


Un immigrato cinese, invaghitosi perdutamente di una donna di nome Mara volle testimoniarle, nel suo incerto italiano la sua totale dedizione. Le disse "me, di Cina, a Mara".

Precetti di onomastica


L'armatore dia al figlio primogenito il nome di Alvaro.

Il giudice del tribunale fallimentare chiami la sua primogenita Giu-ditta.

sabato 1 agosto 2009

La leggenda del Vescovo Taciturno (seguito)

Ebbimo la straordinaria ventura di riportare a conoscenza e a verità un lontano, dimenticato episodio della vita inimitabile del Vescovo Taciturno. Al triste tempo dell'occupazione straniera un reparto dell'esercito tedesco aveva catturato taluni civili e li deteneva quali ostaggi. I parenti, temendo per la loro vita, si rivolsero al nostro Agilulfo, allora giovane sacerdote, gli domandarono di recarsi subito presso le truppe di occupazione e di intercedere per i loro cari; gli chiesero anche quale premio avrebbe desiderato in caso di successo della sua missione.
Agilulfo rispose che per loro avrebbe immantinente lasciato la canonica e si sarebbe recato dove gli chiedevano; si astenne sdegnosamente da ogni replica all'offerta di ricompensa.
Lo fece con tre lapidarie parole, o forse con una sola parola. Le cronache del tempo riportano che egli disse: “V 'esco, vado.”

Hemingway

Una citazione e una rivisitazione: “Non chiederti per chi suona la campana, chiedile perché si chiama Samantha”

Letteratura

Il racconto lungo che ho appena terminato di scrivere è la storia di una ragazza la quale negli ultimi giorni di vacanza in un centro balneare ha un appuntamento con un giovine, che ella ama , per una gita in barca a vela. Ma una tempesta rende impossibili e l'escursione e l'incontro. E' una narrazione tesa tutta sulla corda della trepidazione e della successiva delusione della protagonista.
Non ho pubblicato l'opera perché sono incerto sul titolo. Non ho ancora deciso se intitolarla “La mareggiata” oppure “L'amareggiata”.

La storia nazionale

Non passa mese senza che si pubblichi un nuovo saggio - da “Italiani brava gente?” di Angelo del Boca a “L'invenzione dell'Italia Unita” di Roberto Martucci - sulle follie, le malefatte, i crimini commessi ad opera del Regno di Sardegna prima e dello Stato italiano poi, dalla seconda guerra di indipendenza in avanti.
Quel conflitto è visto come una illegittima brutale aggressione contro antichi, pacifici Stati, la lotta al brigantaggio una ingiustificata feroce repressione di moti contadini, le imprese coloniali una imperialistica invasione, fuori tempo, di paesi abitati da innocue popolazioni. Vengono demolite tutte le grandi figure della nostra storia patria. Sfugge a quel trattamento solo Carlo Alberto il quale, paradigma della vocazione nazionale alla sconfitta e al disastro, con la rovinosa condotta della prima guerra di indipendenza ha provveduto a squalificarsi da solo.
Cavour è giudicato, in politica estera, infido e ingannatore, Vittorio Emanuele II rozzo e di scarsa intelligenza. Né più positivo giudizio si dà di Garibaldi e di Mazzini. Eguale sorte tocca agli altri protagonista del nostro Risorgimento, Ricasoli, Farini, Nicotera, il Generale Cialdini. L'unica icona nazionale che appare non essere stata oggetto di questa opera di sistematica demolizione è Totò.

Sempre a proposito dell'unità d'Italia

Studiosi contemporanei contestano che l'Italia unita abbia costituito, nel complesso, uno sviluppo positivo rispetto alla situazione precedente.
Ritengo invece che il nostro paese, dal Risorgimento ai nostri giorni abbia conosciuto un netto progresso. Re Carlo Alberto, nel 1849, all'atto dell'abdicazione, dichiarò che Casa Savoia conosceva la via dell'esilio ma non quella del disonore. Re Vittorio Emanuele III, suo pronipote, avrebbe potuto a giusto titolo dichiarare che Casa Savoia conosceva la via dell'esilio, e anche quella del disonore.

venerdì 26 giugno 2009

Una storia con una conclusione.

Una storia con una conclusione.
Una storia di umana mediocrità ma con la conferma, nel finale, di una verità comunemente conosciuta.
A Desenzano del Garda (Brescia) due anziani agricoltori, proprietari di due fondi contigui, erano accuditi da due badanti extracomunitarie, entrambe monocole.
Ciascuno dei due pensava che la badante dell'altro fosse più fresca, più giovane della sua.
Come dire che l'orba del vicino è sempre più verde.

La leggenda del Vescovo taciturno (seguito)

La leggenda del Vescovo taciturno (seguito)
C'è dato, per somma fortuna, risalire a ritroso nella vita del leggendario Vescovo taciturno. Prima di divenire sacerdote, egli era stato ufficiale del Regio Esercito. Alla testa di un battaglione di bersaglieri aveva partecipato ad una campagna di guerra. Nel corso di una perlustrazione aveva visto delle fiaccole agitarsi nei pressi di un villaggio. Senza indugio aveva ordinato l'attacco contro quelli che aveva individuato come nemici con le parole: “Lumi lì, azione!”
Disgraziatamente l'operazione si risolse in un insuccesso con serie perdite. Il nostro integerrimo eroe lealmente si addossò tutta la responsabilità dello scacco con le stesse parole con cui aveva ordinato l'azione: “L'umiliazione”.

La leggenda del Vescovo taciturno (seguito)

La leggenda del Vescovo taciturno (seguito)
Colloquio fra un venditore di almanacchi e il Vescovo taciturno; colloquio nel quale quest'ultimo non riuscì purtroppo a far prevalere il suo stile sulla controparte.
Agilulfo aveva da recarsi a Roma alla Via degli Equi, nel quartiere di San Lorenzo. Giunto in quel rione, imbattutosi in un venditore di almanacchi, gli chiese: ”Equi è qui?”
Il venditore di almanacchi per comunicargli che si ingannava, ma che la strada di cui domandava poteva essere raggiunta nello stesso lasso di tempo prendendo sia a destra che a sinistra, gli disse: “equi-voco, equi-d'istanza equidistanza”.

La leggenda del Vescovo taciturno (seguito)

La leggenda del Vescovo taciturno (seguito)
Punto dal senso di colpa per avere trascurato per lungo tempo il Vescovo taciturno, vi narro ora la vicenda della sorella di sua madre, di professione ricamatrice, la quale, entrata tardi in politica progettava di impadronirsi del potere con un colpo di stato. Il nostro eroe, allora giovane sacerdote, ma che già godeva di grande prestigio e di grande fama per sapienza di intelletto e per santità di vita, si pronunciò senza esitazione, con tre parole, o forse con una sola contro tale intento: “Nego zia Re”.

La dialettica fra la natura e l'arte

La dialettica fra la natura e l'arte
Si ritiene da alcuni che se l'arte imita la natura, talvolta la natura imiti l'arte.
Io non lo credo. Infatti, se così fosse, nelle fertili terre intorno a Detroit i frutteti dovrebbero dare pere a forma di automobili.

Ricordi di scuola (alla maniera del libro “Cuore”)

Ricordi di scuola (alla maniera del libro “Cuore”)
Quanto sopra mi ricorda di un'altra Agata, Agata Gerli, mia compagna di scuola negli anni del liceo.
Era una ragazza graziosa ma di cattivo carattere: sempre pronta alle contestazioni, aspra, aggressiva. Tanto che in classe la chiamavamo: “l'acre Tina”.

dalla mia agenda

Stralcio dalla mia agenda:
“28 giugno dom. - S. Ireneo
Telefonare a Bianchi”
Debbo telefonare a Domenico Bianchi per dissuaderlo dal contrarre matrimonio con Agata Russi. Infatti se lo facesse, dato che entrambi sono conosciuti da parenti ed amici per i loro diminutivi, la partecipazione alle nozze suonerebbe: “Nico-Tina, oggi sposi”, ciò che mi pare più che un annuncio di sponsali uno slogan pubblicitario in pro del tabagismo.

A proposito della riforma della Costituzione

Di essa si parla molto di questi tempi.
Propongo di iniziare dall'inizio, dall'art. 1 che proclama: “L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Nobile enunciazione che dà l'idea di un Paese coeso, ordinato, proteso al progresso sociale ed economico, ma lontana dalla realtà.
Suggerisco di sostituire quella proclamazione con la dizione modesta ma conforme alla verità: “L'Italia è una Repubblica fondata su un popolo senza memoria e senza coscienza che non è divenuto nazione”.
Qualora poi si ritenesse un cotale cambiamento della norma dannosamente traumatico si potrebbe pensare ad un avvicinamento graduale al testo che ho proposto. In fondo, quando dopo l'unità d'Italia si decise di spostare la capitale da Torino non la si portò subito a Roma ma si passò per uno stadio intermedio a Firenze.
Ove si scelga questa impostazione per tappe suggerisco per il momento il seguente modesto cambiamento dell'art. 1 della Carta fondamentale: “L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro?”

mercoledì 20 maggio 2009

Un racconto fantastico

Sembravano bambine, vestite a colori vivaci.
“Chi siete?” chiesi loro.
“Siamo delle viuzze”.
“Che cosa fate così agglomerate, agglutinate assieme?”
“Facciamo un dedalo.”
Passai oltre. Incontri un vagabondo dalla lunga barba bianca. Gli chiesi: “Cos'è un dedalo di viuzze?” Mi rispose con espressione amara: “Può essere solo un luogo comune.”

A proposito della recessione

A proposito della recessione
Si salvano dal fallimento con massicci rifinanziamenti pubblici proprio quegli istituti di credito che con le loro erogazioni di capitali hanno cagionato la crisi.
Tale bizzarro comportamento può essere giustificato con la espressione popolare: “siamo tutti sulla stessa banca”.

A proposito dei” Promessi sposi”

A proposito dei” Promessi sposi”
Ho sempre pensato che i “Promessi sposi” siano un grande romanzo popolare, meglio un grande romanzo d'appendice: vi si narrano cose turche, rapimenti di illibate fanciulle, scellerataggini di stampo gotico nel buio di conventi, e poi scene madri quali l'incontro tra Don Abbondio e i bravi e l'incontro tra il Cardinale Federigo e l'Innominato. Per alleggerire l'atmosfera arriva poi, come il cacio sui maccheroni, la peggiore epidemia di quei secoli. Mi ha quindi fatto piacere apprendere di recente che lo stesso Manzoni, dopo la prima edizione, curò la pubblicazione del romanzo a puntate su un periodico del tempo.
Mi domando ora se i “Promessi sposi” non siano anche un western ante litteram un (risotto-western?): nell'opera per trarre d'impaccio da situazioni disperate giunge, in luogo del 7° Cavalleggeri, la Provvidenza.
Letterati di più grande sapienza, di più penetrate spirito critico diranno se vi sia parallelismo, analogia di posizione fra il Cardinale Federico e il Generale Custer.

ancora un proverbio

Proverbio da regalare per il compleanno ad un critico d'arte:
“Est modus in Rubens”

un proverbio

Un proverbio da donare per il compleanno ad un amico enigmista, quale consiglio a non esaurirsi eccedendo nei suoi giochi:
“Est modus in rebus”

la poesia dei giorni dispari

Ho scritto una poesia su un albero distante nel tempo e nello spazio che rievoca eventi, atmosfere, pulsioni del passato.
La mia poesia ha anche il merito di essere brevissima:
“L'ontano lontano”

ancora una storia d'amore

Ancora una storia d'amore
Titolare di cattedra di cultura ebraica, Cadamosto era bello, brillante, intelligente. Si era invaghito di una giovane allieva. Voleva dichiararle la sua passione in maniera diretta, bruciante.
Le disse “La bramo”.
Lei credette che lui stesse iniziando una digressione sulla Bibbia, gli volse le spalle e se ne andò.

venerdì 20 marzo 2009

dalla mia agenda

Stralcio dalla mia agenda:
30 marzo, lunedì, San Zosimo vesc:
- sconsigliare Costante Rapisarda di fare domanda per essere assunto nella Pubblica Sicurezza.

una vicenda molto privata

Anselmo era coniugato con una donna molto ricca. Lei sospettava che lui l'avesse impalmata per i suoi soldi.
Lui voleva assicurarla che no, che l'aveva sposata perché sin dal primo momento aveva compreso che lei sarebbe stata la colonna portante della sua vita, che lei avrebbe impedito alla fabbrica della sua esistenza di crollare. Voleva esprimere ciò in maniera sintetica. E poetica.
Le disse: "In te ressi".

i buoni consigli

Certe volte i consigli di una persona avveduta e saggia sono più utili di un obolo, di un prestito, di un sussidio.
Suggerisco ad un chiodo se deve compiere un traggito, anche breve, in metropolitana di non sedersi accanto ad un passeggere con la testa a forma di martello.

la disputa sugli universali

Ai tempi della Scolastica fu discussa a lungo la disputa degli universali,: se esistessero modelli universali (di derivazione platonico-aristotelica), archetipi ai quali si conformassero tutte le cose concrete, oppure se i concetti universali fossero, ex-post, attribuzioni sintetiche di nomi a varietà di cose esistenti. Quest'ultima teoria, detta nominalismo, fu sostenuta appassionatamente da Roscellino di Compiègne.
Per amore della scienza e della filosofia, ho deciso i testare con rigore scientifico, con metodo rigorosamente sperimentale, applicando il sistema "a contrario", la teoria del nominalismo.
Ho quindi scritto su fogli di carta dei termini quali: "evripanci", "delimavio", "assibore" ed ho messo le carte sul balcone per controllare se a seguito della esibizione di quei nomi nuovi si appalesino cose nuove.

al tempo della crisi economica

Le banche italiane sono state toccate dalla crisi meno di quelle di altri Paesi. Ciò è accaduto perché i nostri istituti hanno meno utilizzato gli strumenti finanziari maggiormente innovativi, divenuti da ultimo "tossici", e perché, di modeste dimensioni rispetto a quelli stranieri, limitati al proprio territorio, meno sono stati presenti sugli altri mercati. Quindi un certo tradizionalismo e un certo provioncialismo li hanno salvati da guai maggiori.
Possiamo esserne contenti. Ma viene ora da chiedersi se, per uscire dalla recessione, dobbiamo chiamare il medico o dobbiamo chiamare il veterinario.

sempre a proposito di proverbi

Ritengo che la recessione ci costringa ad una revisione, al ribasso, anche dei proverbi, giacché ai proverbi presiede la saggezza popolare.
Propongo quindi che il detto: "non tutte le ciambelle riescono con il buco" vada sostituito da:
non tutti i buchi hanno attorno a sé una ciambella

venerdì 6 marzo 2009

il proverbio per il tempo della crisi delle borse

Se la montgna non va da Maometto, neppure Maometto si muove.

il proverbio del giorno

Fa d'uopo prevenire con ogni cura le indisposizioni che producono cachessia, in quanto essa è sommamente debilitante.
E' opportuno del pari astenersi dal chiedere a banche il recesso da un contratto di mutuo per passare ad altro più conveniente poiché gli istituti di credito frappongono a tali cambiamenti una lunghissima serie di difficoltà.
Conviene egualmente astenersi dal sottoporsi ad operazione chirurgica per mutare di sesso, giacchè trattasi di interventi pericolosi e con effetti spesso disastrosi sul piano sociale ed amministrativo (già Benedetto Croce definiva il romanzo di Pirandello "il fu Mattia Pascal", che pure metteva in scena un dilemma ben più elementare, un dramma dello stato civile).
Di qui il detto popolare: cesso, recesso e cambio di genere riducono l'uomo in cenere.

sempre a proposito di mutui immobiliari

Per un'altra ragione è sconsigliabile passare da unm mutuo immobiliare ad altro, magari presso altra banca, a condizioni più favorevoli.
In caso di mutui ventennali o trentennali dopo qualche tempo ci si affeziona ad essi, si attendono con ansia le cartelle di pagamento, si finisce per considerarli come persone della famiglia. Si giunge talvolta a portarli in vacanza con sé.

ancora letteratura

Il mio prossimo romanzo, brevissimo, intensissimo, di lancinante romanticismo, che costituisce altresì un palindromo, è la storia del mio
incontro con una donna di nome Isetta.
L'amavo. Giungeva sempre ai nostri incontri con grande ritardo. Ad un appuntamento - e fu l'ultimo - non venne affatto.
Trascrivo qui di seguito, nel testo integrale, la mia opera:
Attesi Isetta

della grammatica e della sintassi

Il vecchio grammatico, in una delle sue lezioni sulla struttura del periodo nella lingua italiana, disse che un sigaro e una parentesi non si negano a nessuno.

da "il galateo" (seguito)

Si astenga il gentiluomo dall'usare l'espressione "punto di domanda", deprecabile inglesismo, e resti fedele alla forma tradizionale "punto interrogativo".
Impieghi l'espressione "punto di domanda" solo per definire persona infastidita da quesito importuno.

mercoledì 11 febbraio 2009

da "Il galateo": pars construens

Suggeriamo taluni modi di dire, allegorie, immagini in luogo di quelli prima menzionati logorati dall'uso.
Circa l'offerta di Tremonti, pare non molto conveniente, di obbligazioni statali per finanziare le banche in difficoltà: "presentarsi ad una festa, per elevarne il tono, con un cartoccio di lupini".
Circa i finanziamenti pubblici alle banche in difficoltà (e per situazioni analoghe): "introdurre l'alluce dello Stato nel meccanismo dell'erogazione del credito al mercato",
Circa il considerare gli speculatori responsabili dei bruschi rialzi e ribassi dei corsi dei titoli azionari sui mercati mondiali (e per situazioni analoghe): "confondere l'attacco della manica alla camicia con l'ascella"

da "Il galateo": il parlare del gentiluomo

Il gentiluomo eviti in un dibattito politico di invitare a "sedersi attorno ad un tavolo".
Si astenga dal dire "assolutamente sì" e "assolutamente no".
Non affermi che il suo dissenso verte "sul metodo e sul merito" (come pur ieri si criticavano, del passato, "i riti e i miti").
Non menzioni le punte degli icerbergs né gli occhi dei cicloni (essendo ormai rifiutata persino dagli osti la citazione del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto).
In luogo del neologismo "monitorare" usi il tradizionale "controllare": sarà come preferire ad una vacanza a Sharm el Sheik un soggiorno sulle colline vinicole marchigiane.
Si rifiuti fermamente di chiamare "scaletta" lo schema di uno spettacolo o di un convegno e di definire "palinsesto" il complesso dei programmi RAI TV.
Senza cedere alla sua natura ed alla sua educazione che lo porterebbero ad un atteggiamento di sobrietà e di ritegno, mostri pure le pugna se qualche parlamentare o qualche addetto ai lavori delle Camere profferisca in sua presenza il termine "normare".
Preferisca barricarsi in casa, armato, pittosto che cedere alle lusinghe di quanti vorrebbero che egli , in occasione di elezioni, chiamasse le apparecchiature informatiche del Ministero dell'interno "il cervellone del Viminale".
Mai definisca un magnate della finanza "Paperon de' Paperoni".
Inarchi il sopracciglio se gli si dica, in orribile linguaggio burocratese-giudiziario, che un pubblico ministero, nei confronti di qualcuno o per qualcosa, ha "aperto un fascicolo".
Mai assolva chi, argomentando di politica, impieghi espressioni quali "a gamba tesa" e "fare melina".
Si abbandoni pure alla disperazione se persone per affermare doversi porre certi limite ad alcunchè proclamino la necessità di "mettere i paletti".
Nè accetti che alcuno estragga dal suo armamentario retorico ancora una volta l'espressione "leggenda metropolitana".
Prodigo invece il gentiluomo adoperi, quando occorra, gli avverbi "neppure" "nemmeno" "neanche" sospinti ormai malinconicamente, nel parlare comune, sul viale del tramonto.

poesia dei giorni dispari

Cupis dissolvi
Languido ti sia
nella sera
l'occhio del ciclone.

ermetismo

Ho mosso qualche passo nella remota contrada dell'ermetismo. Ho scritto un pezzo su una persona ritrosa, pavida, che si contentava di piccole cose, ma non ignara della dimensione lirica dell'esistenza:
Un po', e sia .

una nuova opera letteraria

Il mio nuovo romanzo è la storia di un modesto impiegato cui un notaio comunica che un suo lontano parente emigrato in Brasile, noto per essere multimiliardario, morto senza altri congiunti, ha lasciato a lui tutti i suoi beni. L'impiegato cambia allora il tenore di vita: compra appartamento in città, villa al mare, auto di lusso, pellicce e gioielli per la moglie.
Ma successivamente il notaio lo informa che, a seguito di una serie di rovesci il patrimonio del defunto si è ridotto ad un cumulo di passività, sì che lo consigliava di accettare l'asse ereditario con il beneficio di inventario. La vita dell'impiegato ne è sconvolta.
Nel romanzo vi ha anche un personaggio secondario che alla guida della sua auto inverte all'improvviso il senso di marcia. Il vigile urbano redige verbale dell'infrazione, ma non riesce a fermare l'auto e a prendere il nominativo del contravventore.
L'opera avrà anche un "coté" ambientalista ed evoluzionista: narrasi di una foca monaca che a cagione di una devianza dal comportamento degli animali della sua specie viene presa dal desiderio di fare la "globe-trotter " ,prende a viaggiare per terra e si perde, ahimé, nella pianura padana.
Il titolo del romanzo naturalmente: I promessi spesi.
Il titolo del capitolo sul primo episodio: La conversione ad U dell'Innominato
Il titolo del capitolo sul secondo episodio: La foca monaca di Monza

martedì 3 febbraio 2009

un brevissimo intensissimo straziante romanzo d'amore

Ione era la figlia di un cuoco. Io l'amavo. Le chiesi di sposarmi. Rifiutò. Insistetti: "Ma Ione se..." Senza lasciarmi terminare la frase lei, offesa, se né andò.

il terziario ai tempi della crisi

Chiude a Londra, a Charing Cross,"Murder One" , l'unica libreria del RU specializzata in romanzi gialli. Le librerie sono in difficoltà a cagione della concorrenza delle grandi società di distribuzione e delle vendite e-bay, nonchè per la recessione.
Si teme che "librai" divenga solo il passato remoto dell'indicativo presente "libro", dall'infinito "librare"
Ambigua osservazione: "Ma è singolare!"

proverbi del giorno

E' sempre utile ripetere gli inviti alla prudenza a chi entri in rapporti di commercio o di affari con sconosciuti tramite la rete.
Di qui per
- dirigenti di pubbliche amministrazioni che cerchino impiegati qualificati;
- imperatori, re, sceicchi che cerchino giullari ed artisti per le loro corti;
- organizzatori di gare podistiche che cerchino atleti
in dono il proverbio del giorno:
né donna né travet a lume di internet
né donna né poet a lume di internet
né donna né maratonet ecc.

sempre a proposito dell'identità nazionale

1. -E' noto che l'Italia è il paese del melodramma (Scarpia, Andreotti, il Duca di Mantova). Quindi nel nostro paese l'opera lirica va presa sul serio e tenuta in considerazione. Da ciò il proverbio "scherza coi fanti e lascia stare i canti".

2. - L'On.le Berlusconi è uso elargire alle folle battute e storielle di gusto corrente. Accorre poi sedulo in ogni possibile occasione a baciare la mano al Pntefice.
Quindi sarebbe superfluo fargli dono del detto "scherza coi tanti e lascia stare i santi"

la nota politica

Il partito di maggioranza si propone di riformare la prima parte della Costituzione. Mi pare programma saggio. In questo contesto rilevo che l'art. 1 della Carta, in appertura dei giochi, stabilisce che " L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro" ora dall'entrata in vigore della Costituzione il nostro Paese ha avuto costantemente un alto tasso di disoccupazione.
Ben altri che il lavoro sono i fondamenti, le componenti essenziali e durature della comunità nazionale. Pertanto propongo che l'art. 1 della Costituzione sia modificato come segue: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sulla canottiera e sulla Settimana Enigmistica"

il segno dei tempi

Il dentista esaminò con attenzione la mia bocca. Quindi, guardandomi con severità, disse: "Prima di ogni altro intervento occorre risolvere la questione molare".

alla maniera de "I Caratteri" di Teofrasto

1. - La madre faceva la lavandaia a ore. Lui da ragazzo non aveva voglia di studiare, né di apprendere un mestiere. Oziava fra il bar e la sala di biliardo.
Poi prese a frequentare con assiduità un partito politico.
Ora, quando appaiono sui mezzi di comunicazione notizie di malefatte, di episodi di corruzione o di altri reati a suo carico, egli nelle lettere di replica ai giornali le definisce ignobili attacchi "contro la mia persona", come un tempo si diceva "la mia signora".

2. - Il vigile urbano uscì dal suo alloggio in Piazza Gentile da Fabriano e si recò al suo posto nell'Ufficio di Stato Civile. Per una bizzarra forma di lapsus invece di dire che aveva adempiuto al compito assegnatogli pronunciò "compìto". Terminato il suo lavoro uscì e si recò al bar a prendere un caffè corretto.