I grandi scrittori dell'800 hanno agito sulla lingua italiana "ore rotundo", con prodigale ricchezza, come direttori di grandi orchestre, dando vita a testi di ampia sonorità.
Alessandro Manzoni - anche se partì se non con esitazione certo con prudenza - aperta la botola che portava ai fondamenti della lingua, illustrava poi partitamente quel ramo del lago di Como che volge a Mezzogiorno. E Giosuè Carducci scriveva nei dettagli della nebbia che "agli irti colli piovigginando sale". Citando il divino Gabriele "stromenti diversi sotto innumerevoli dita".
Viceversa i poeti del '900 hanno operato in attenta economia. con oculata prudenza, da artificieri alle prese con materiale esplosivo. Di qui testi brevi, essenziali, intensi.
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