venerdì 26 dicembre 2014

Costituzionale



Scriverò una lettera al Presidente del Consiglio Renzi in merito all’importante questione della riforma della Costituzione.
Ogni sistema giuridico pone limiti e divieti alla società che governa e, animato da certi principi, tenta di indirizzarne lo sviluppo. Ma allo stesso tempo deve tenere conto della realtà sottostante sì che fra i due si instaura una sorta di rapporto dialettico. Ogni eccessiva sfasatura fra sistema giuridico e realtà rende il primo inefficace la seconda male gestita. Ecco perché le leggi tedesche non vanno bene per la Turchia e quelle Turche non vanno bene per la Germania. Quella necessità che il sistema giuridico si rapporti il più possibile alla realtà giustifica un istituto come la usucapione: il primo con una norma fa si che un elemento di fatto della seconda, il possesso qualificato nel tempo, prevalga su una mera valutazione di diritto, il precedente titolo di proprietà’.
L’articolo 1 della Costituzione recita: “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro”. Ora fra disoccupati, cassa-integrati, esodati, pensionati in Italia non lavora quasi più nessuno.
Quella norma rischia quindi di avere la stessa efficace delle grida manzoniane.
Proporrò perciò al primo ministro una formulazione dell’articolo 1 più aderente alla nostra realtà quale questa:
“L’Italia è una repubblica fondata sulla generale inosservanza delle leggi, sul costume atavico di correre in soccorso del vincitore, sull’entusiastico sostegno alla squadra di calcio della propria città, sull’uso universale della canottiera”
In effetti, la canottiera è uno dei pochi fattori che unisce l’Italia dalle Alpi a Capo Lilibeo. E Umberto Bossi, che si presentò ad un famoso incontro con Berlusconi indossandola senza camicia, le diede una sorta di ri-consacrazione nazional-popolare.  


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